Milano, lì 2 febbraio 1979
Caro Prof. Eco1,
ci premuriamo di farle avere i numeri finora usciti
della nostra rivista2, un rapido esame dei quali La convincerà della
carattere affatto originale della nostra iniziativa nel campo della
fantascienza3.
La sappiamo studioso acuto e infaticabile dei
fenomeni della cultura di massa, interlocutore affabile e cortese4,
iniziatore e paraninfo degli studi semiologici nel nostro paese5; e
tanto ci basta per considerarci lieti nell’invitarla ad un nostro convegno,
dedicato appunto a temi affini, previsto6 per i giorni 30, 31 marzo
e 1 aprile7 presso il cinema Ciak in Milano.
Sull’ultimo numero della nostra rivista, datato
gennaio/febbraio 1979, Ella potrà trovare in forma di documento dal titolo
MARX/Z/IANA, una prima introduzione a questo convegno. Ma noi saremmo lieti di
poterci incontrare con lei, quando volesse8, per meglio illustrarle
a voce le nostre intenzioni.
(se possiamo permettercelo) Cordiali saluti. (a nome
della redazione di Un’ambigua utopia, l’estensore materiale di questa
goliardata)
(Antonio Caronia)
(Se, nonostante la pessima impressione di questa
missiva, avesse intenzione di mettersi in contatto con noi, la cosa più rapida
è telefonare all’estensore di questa lettera, al n. 685130. Naturalmente questa
è una pura formalità, perché noi non cesseremo la nostra persecuzione
telefonica, - anche se per circa un mese essa non ha dato frutti).
- Non vediamo
ragione perché anche chi – a torto o a ragione – è considerato portatore
di un progetto sovversivo debba rinunciare all’uso dei titoli accademici
quando si rivolge ai loro legittimi possessori.
- Definirla
rivista è forse avventato, lo riconosciamo, ma i miglioramenti speriamo
siano visibili.
- Fantascienza lato sensu, naturalmente… siamo
contrari all’uso della sigla iniziatica FS, e anche a farci etichettare
come fanzine…
- Giudichiamo
solo sulla base delle sue apparizioni televisive.
- E in anni
che potrebbero ben definirsi bui, per molti versi.
- L’esercizio
futurologico ci è alieno, nonostante le apparenze.
- Non le facciamo
il torto di credere che lei si aspettasse spiritosaggini di bassa lega a
proposito di questa data.
- Anche
perché siamo stati pervicacemente nel vago per quanto riguarda il
contributo specifico che potremmo essere intenzionati a chiederle.
Cari ambiguuotopisti1,
scusate la carta intestata accademica ma non vedo
ragione perché eccetera eccetera.
Conoscevo di vista la vostra rivista2 ma
ora ho guardato in modo più sistematico i numeri che mi avete mandato. E mi
piace3.
La persecuzione telefonica non dà frutti perché non
ci sono mai davvero e passo quattro giorni della settimana a Bologna all’università,
nel vago tentativo di rifondare il Sapere. Quando sono in casa e lavoro metto
la segreteria telefonica perché il telefono squilla in continuazione per
invitarmi a partecipare a dibattiti4.
Il vostro convegno mi interessa ma: al giovedì,
venerdì e sabato sono a Bologna; potrebbe darsi che il 1° aprile che è domenica
sia a Milano5 e se ci sono vengo a sentire cosa accade e magari a
fare qualche geniale intervento a braccio.
Ma non posso assicurarvi una relazione o intervento
garantito in anticipo, perché proprio non ce la faccio e sono allo stremo delle
forze, con impegni arretrati che avviluppano come trifidi6. Se vi
dessi delle assicurazioni lo farei per malinteso desiderio di essere amato, e
mi odiereste dopo. La vita è così, ambigua e non utopica.
Il vostro
Umberto
Eco
- Battendo a
spazio uno ci stanno anche le note.
- Allitterazione
non voluta.
- Vedete come
sono affabile e cortese 31.
- Sono tutti
matti.
- Ma non sono
sicuro perché ho delle grane da risolvere a Vienna per il futuro congresso
di semiotica.
- Cfr.
31. (nota
alla nota) E sincero.
(Pubblicato su Un'Ambigua Utopia n.2 marzo-aprile 1979)