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mercoledì 4 marzo 2015

Il nucleare è rivoluzionario - Il rivoluzionario è nucleare?


Rubrica giovani – speciale energia – Radio Popolare
Dibattito sul tema: Il nucleare è rivoluzionario – Il rivoluzionario è nucleare?
L’uno marzo 1979, nel corso della rubrica “Giovani-speciale energia”, è stato organizzato a Radio Popolare un dibattito aperto sul tema: il nucleare è rivoluzionario, il rivoluzionario è nucleare? Sono intervenuti: un redattore di “Un’ambigua utopia” e un rappresentante dei “Quaderni del territorio operaio per il contropotere metropolitano”, una rivista nata da poco tempo.
Ha aperto i lavori il redattore di “Un’ambigua utopia”: “Noi ci poniamo, decisamente, in posizione critica rispetto al movimento antinucleare, perché ci sembra che consideri la questione soltanto da un punto di vista puramente ecologico e separata da un contesto più generale.
“Noi dei “Quaderni del territorio operaio per il contropotere metropolitano” siamo vicini alle tesi di “Un’ambigua utopia”. E’ il tipo di posizione che abbiamo sostenuto anche al recente convegno di Genova: cioè i limiti ecologistici e in qualche modo istituzionali del movimento antinucleare in questo periodo,” ha ribadito il redattore dei “Quaderni”, Ma che cosa vuol dire “limite ecologistico”? Vuol dire che ci sin ferma  a considerare l’interazione fra le centrali nucleari e l’ambiente solo da questo punto di vista, senza prendere in considerazione tutti gli altri aspetti del problema. Noi contestiamo tutta una serie di posizioni assunte in questi ultimi tempi dal movimento antinucleare per esempio riguardo il referendum e il comitato, che noi chiamiamo “Comitato paraistituzionale”. A noi non ce ne frega niente della consultazione popolare perché impedisce di elaborare dei controprogetti reali.”
Sappiamo che voi di “Un’ambigua utopia” vi ponete in un’area di estrema sinistra: come mai siete a favore delle centrali nucleari?” ha chiesto preoccupato il coordinatore della trasmissione.
“Certo, noi siamo di estrema sinistra, di estremo interesse e anche di estrema attualità. Ma la nostra posizione è questa: c’è bisogno di energia e quindi è necessario procurarla. La costruzione di centrali rappresenta per il momento, l’unico progetto che può assolvere a questo compito. I fautori istituzionali dell’energia nucleare dicono: non esiste avvenire senza nucleare. Noi diciamo: non esiste avventura senza avvenire nucleare, cioè capovolgiamo radicalmente il punto di vista degli organi istituzionali per affermare un concetto rivoluzionario che porterà a una società diversa. Quali uomini andranno a popolare questa società diversa? Uomini diversi, naturalmente, nuovi, mutati nel pensiero e nel corpo. Le centrali nucleari lasciano sfuggire, anche in caso di funzionamento normale, sostanze radioattive che provocano delle mutazioni: Controllando sistematicamente l’emissione delle sostanze radioattive, sarebbe possibile ottenere uomini geneticamente diversi, indispensabili all’edificazione di una società nuova. Pensiamo alle possibilità produttive di uomini con sei, otto braccia: messi a una catena di montaggio riuscirebbero a fare da soli il lavoro di sei, sette uomini: ciò porterebbe a una radicale diminuzione degli orari di lavoro per tutti. Altro aspetto importantissimo: la creazione attraverso queste radiazioni di poteri extrasensoriali, cioè telepatia, telecinesi, eccetera. L’esistenza di uomini telepatici, che sappiano vedere, per esempio, nelle menti dei poliziotti, servirebbe a parare gli eventuali attacchi organizzati dai padroni. Sappiamo poi per certo che è possibile ottenere, sempre con le radiazioni, anche mutazioni di carattere sessuale. Una persona che abita vicino a una centrale nucleare ci ha rivelato di avere sei organi sessuali. Alla persona in questione, non essendo opportunamente preparata, il fenomeno ha provocato dei casini. Noi riteniamo invece che questa mutazione sarebbe importante per la riscoperta e per un utilizzo migliore del proprio corpo.
Ultimi, ma non meno importanti, altri due problemi che potrebbero essere risolti dall’impiego dell’energia nucleare: la carenza di cibo e la sovrappopolazione. La modificazione dell’uomo potrebbe provocare anche una modificazione dei meccanismi vegetativi con una notevole diminuzione del fabbisogno di vitamine, proteine, calorie, eccetera. In secondo luogo, andando verso una civiltà al plutonio, si utilizzerebbero reattori autofertilizzanti, capaci quindi di esplodere come autentiche atomiche (c’è una statistica chiara su quante ne potrebbero esplodere in un anno) provocando la distruzione di un gran numero di individui.”
A questo punto, a rimettere in ordine le cose e a tranquillizzare gli ascoltatori chiaramente allibiti, è intervenuto, per fortuna, il consigliere regionale Capanna, noto esponente del movimento antinucleare:
“In tempi grami come i nostri l’utilizzo dell’ironia è di gran conforto. Ritengo però che in questa trasmissione l’ironia e il sarcasmo sono spinti a tal punto da non permettere più di distinguere la realtà dalla finzione. In questo momento sono all’ascolto della trasmissione soprattutto giovani che magari non hanno un alto livello di informazione e potrebbero prendere per vero certe affermazioni e recepirle veramente come propaganda filonucleare. Per quando riguarda il referendum ritengo, pur non essendo io personalmente un fautore dei referendum, sia preferibile il rischio di fare pronunciare le popolazioni piuttosto di decidere sulle loro teste.
Visti i tempi che corrono e il tipo di smarrimento che viene vissuto soprattutto dai compagni più giovani penso che bisognerebbe stare molto accorti su queste argomentazioni.”

Il moderatore di Radio Popolare ha assicurato Capanna che le prossime trasmissioni della rubrica giovani sull’energia nucleare, avrebbero ospitato interlocutori più “saggi” e più “seri”.


Convegno sul nucleare - Centro Puecher Milano 1979
Album fotografico












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