Rubrica giovani – speciale energia –
Radio Popolare
Dibattito sul tema: Il nucleare è
rivoluzionario – Il rivoluzionario è nucleare?
L’uno marzo
1979, nel corso della rubrica “Giovani-speciale energia”, è stato organizzato a
Radio Popolare un dibattito aperto sul tema: il nucleare è rivoluzionario, il
rivoluzionario è nucleare? Sono intervenuti: un redattore di “Un’ambigua
utopia” e un rappresentante dei “Quaderni del territorio operaio per il
contropotere metropolitano”, una rivista nata da poco tempo.
Ha aperto i
lavori il redattore di “Un’ambigua utopia”: “Noi ci poniamo, decisamente, in
posizione critica rispetto al movimento antinucleare, perché ci sembra che
consideri la questione soltanto da un punto di vista puramente ecologico e
separata da un contesto più generale.
“Noi dei
“Quaderni del territorio operaio per il contropotere metropolitano” siamo
vicini alle tesi di “Un’ambigua utopia”. E’ il tipo di posizione che abbiamo
sostenuto anche al recente convegno di Genova: cioè i limiti ecologistici e in
qualche modo istituzionali del movimento antinucleare in questo periodo,” ha
ribadito il redattore dei “Quaderni”, Ma che cosa vuol dire “limite
ecologistico”? Vuol dire che ci sin ferma
a considerare l’interazione fra le centrali nucleari e l’ambiente solo
da questo punto di vista, senza prendere in considerazione tutti gli altri
aspetti del problema. Noi contestiamo tutta una serie di posizioni assunte in
questi ultimi tempi dal movimento antinucleare per esempio riguardo il
referendum e il comitato, che noi chiamiamo “Comitato paraistituzionale”. A noi
non ce ne frega niente della consultazione popolare perché impedisce di
elaborare dei controprogetti reali.”
Sappiamo che
voi di “Un’ambigua utopia” vi ponete in un’area di estrema sinistra: come mai
siete a favore delle centrali nucleari?” ha chiesto preoccupato il coordinatore
della trasmissione.
“Certo, noi
siamo di estrema sinistra, di estremo interesse e anche di estrema attualità.
Ma la nostra posizione è questa: c’è bisogno di energia e quindi è necessario
procurarla. La costruzione di centrali rappresenta per il momento, l’unico
progetto che può assolvere a questo compito. I fautori istituzionali
dell’energia nucleare dicono: non esiste avvenire senza nucleare. Noi diciamo:
non esiste avventura senza avvenire nucleare, cioè capovolgiamo radicalmente il
punto di vista degli organi istituzionali per affermare un concetto
rivoluzionario che porterà a una società diversa. Quali uomini andranno a
popolare questa società diversa? Uomini diversi, naturalmente, nuovi, mutati
nel pensiero e nel corpo. Le centrali nucleari lasciano sfuggire, anche in caso
di funzionamento normale, sostanze radioattive che provocano delle mutazioni:
Controllando sistematicamente l’emissione delle sostanze radioattive, sarebbe possibile
ottenere uomini geneticamente diversi, indispensabili all’edificazione di una
società nuova. Pensiamo alle possibilità produttive di uomini con sei, otto
braccia: messi a una catena di montaggio riuscirebbero a fare da soli il lavoro
di sei, sette uomini: ciò porterebbe a una radicale diminuzione degli orari di
lavoro per tutti. Altro aspetto importantissimo: la creazione attraverso queste
radiazioni di poteri extrasensoriali, cioè telepatia, telecinesi, eccetera.
L’esistenza di uomini telepatici, che sappiano vedere, per esempio, nelle menti
dei poliziotti, servirebbe a parare gli eventuali attacchi organizzati dai
padroni. Sappiamo poi per certo che è possibile ottenere, sempre con le
radiazioni, anche mutazioni di carattere sessuale. Una persona che abita vicino
a una centrale nucleare ci ha rivelato di avere sei organi sessuali. Alla
persona in questione, non essendo opportunamente preparata, il fenomeno ha
provocato dei casini. Noi riteniamo invece che questa mutazione sarebbe
importante per la riscoperta e per un utilizzo migliore del proprio corpo.
Ultimi, ma
non meno importanti, altri due problemi che potrebbero essere risolti
dall’impiego dell’energia nucleare: la carenza di cibo e la sovrappopolazione.
La modificazione dell’uomo potrebbe provocare anche una modificazione dei
meccanismi vegetativi con una notevole diminuzione del fabbisogno di vitamine,
proteine, calorie, eccetera. In secondo luogo, andando verso una civiltà al
plutonio, si utilizzerebbero reattori autofertilizzanti, capaci quindi di
esplodere come autentiche atomiche (c’è una statistica chiara su quante ne
potrebbero esplodere in un anno) provocando la distruzione di un gran numero di
individui.”
A questo
punto, a rimettere in ordine le cose e a tranquillizzare gli ascoltatori chiaramente
allibiti, è intervenuto, per fortuna, il consigliere regionale Capanna, noto
esponente del movimento antinucleare:
“In tempi
grami come i nostri l’utilizzo dell’ironia è di gran conforto. Ritengo però che
in questa trasmissione l’ironia e il sarcasmo sono spinti a tal punto da non
permettere più di distinguere la realtà dalla finzione. In questo momento sono
all’ascolto della trasmissione soprattutto giovani che magari non hanno un alto
livello di informazione e potrebbero prendere per vero certe affermazioni e
recepirle veramente come propaganda filonucleare. Per quando riguarda il
referendum ritengo, pur non essendo io personalmente un fautore dei referendum,
sia preferibile il rischio di fare pronunciare le popolazioni piuttosto di
decidere sulle loro teste.
Visti i
tempi che corrono e il tipo di smarrimento che viene vissuto soprattutto dai
compagni più giovani penso che bisognerebbe stare molto accorti su queste
argomentazioni.”
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