Maurizio Giannoni |
Se vogliamo restare nel campo delle utopie “rurali”,
ben più interessante appare Viaggio di
mio fratello Aleksej nel paese dell’utopia contadina, apparso nel 1920 in
URSS a firma di Ivan Kremmnev, pseudonimo sotto cui si nascondeva l’economista
e letterato menscevico Aleksandr V. Cajanov, che sarebbe poi stato fucilato nel
corso di una delle tante ondate di purghe nel 1939 ad Alma-Ata. Ce lo ha riproposto
sempre nel 1979 Einaudi (Nuovo Politecnico, 116 pagg., 2.500 L.), con una breve
introduzione di Vittorio Strada e un saggio originale di L. Certkov, dal quale
apprendiamo che la parte più consistente dell’attività letterari di Cajanov
consistette in alcune “novelle romantiche” (che noi chiameremmo piuttosto
racconti fantastici), e che non è improbabile qualche influenza da lui
esercitata su Bulgakov. Il Viaggio
nell’utopia contadina descrive una Russia del futuro in cui i partiti
contadini hanno preso il potere, eliminato il pericoloso centralismo e
autoritarismo bolscevichi, e riorganizzato la Russia con la rivoluzionaria
misura della proibizione delle città di più di ventimila abitanti. Le città
sono diventate dei luoghi di transito, di ritrovo e di divertimento della
popolazione rurale, e lì si svolge gran parte dell’attività culturale che
entusiasticamente e ingenuamente forse, Cajanov immagina diffusa in profondità
nella popolazione. Molti tratti di questa utopia, però, ricordano da vicino il
sistema sovietico come si andava effettivamente realizzando, con la sola
sostituzione di soviet e partiti contadini a quelli operai; e la stessa
produzione artistica e culturale non appare più dissimile – a giudicare dalle
descrizioni – dal realismo socialista. Ma, a parte la gradevolezza della
scrittura, ci sono due elementi che raccomandano la lettura di questa operina.
In primo luogo il suo effettivo collegamento con il dibattito in corso allora e
negli anni seguenti in URSS, sul tipo di modernizzazione e di industrializzazione
necessario per lo sviluppo del paese (e non poteva che essere così, visto che
Cajanov fu, fino al 1929, un economista attivo, anche con incarichi ufficiali).
E poi una curiosa ambiguità del Viaggio,
nel quale (forse anche a causa della sua incompiutezza) la tesi dei
“ruralisti”, per quanto indubbiamente vicine alle tesi di Cajanov, non sono
difese in modo esclusivo, e spesso affiorano critiche implicite ai difetti del
sistema utopico contadino da lui stesso delineato. Come tutte le utopie, dice
Strada, anche questa è a doppio taglio: “stimola il pensiero critico e disegna
sogni illusori”.
(Pubblicato in Un'Ambigua utopia n. 1 I° trimestre 1980)
Sull'Utopia:
Antonio Caronia: Utopia e fantascienza. Un menage difficile. 1^ Parte http://un-ambigua-utopia.blogspot.it/2017/12/antonio-caronia-utopia-e-fantascienza.html 2^ Parte http://un-ambigua-utopia.blogspot.it/2017/12/antonio-caronia-utopia-e-fantascienza_11.html
Giuliano Spagnul, Distruggere l'utopia. http://un-ambigua-utopia.blogspot.it/2016/12/distruggere-lutopia-di-giuliano-spagnul.html
(Pubblicato in Un'Ambigua utopia n. 1 I° trimestre 1980)
Sull'Utopia:
Antonio Caronia: Utopia e fantascienza. Un menage difficile. 1^ Parte http://un-ambigua-utopia.blogspot.it/2017/12/antonio-caronia-utopia-e-fantascienza.html 2^ Parte http://un-ambigua-utopia.blogspot.it/2017/12/antonio-caronia-utopia-e-fantascienza_11.html
Giuliano Spagnul, Distruggere l'utopia. http://un-ambigua-utopia.blogspot.it/2016/12/distruggere-lutopia-di-giuliano-spagnul.html
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