Pagine

domenica 11 ottobre 2020

Un'Ambigua Utopia n. 10 - SOMMARIO





 INDICE

Il culto di un'era (editoriale) 

 “…possiamo cimentarci in rotte oblique, ucronie necessarie, posture non assertive per esprimere la fine dell’uomo per come lo abbiamo conosciuto.”


Premessa  di Giuliano Spagnul

(a Giancarlo Bulgarelli)

"... questa vecchia esperienza ha raggruppato intorno a sé giovani compagne e compagni che hanno già prodotto un prezioso lavoro di digitalizzazione (pubblico) di tutti i numeri della rivista, oltre una serie di iniziative per Primo moroni e Antonio Caronia alla Fondazione Mudima e una programmazione di incontri sulla Fine dell'Uomo al centro sociale Piano Terra. Da vecchio superstite, non pentito ma neanche nostalgico di quei 'formidabili anni', insieme alla mia compagna Marisa Bello li guardiamo e li aiutiamo per quel che le nostre  piccole forze rimanenti ci permettono."


7 DOMANDE SULLA FINE DELL'UOMO 

 "...Ancora invischiati in una palude che, a tratti, ci appare come definitiva, rischiamo di non riuscire a liberare ciò che di fecondo è dentro ad ogni crisi: la capacità/necessità di mutare, di divenire altro da ciò che si è, da quel sempre uguale che è la mortifera pulsione al non cambiamento che impedisce alla vita di vivere."

Roberto Paura
"...Tra le nuove utopie emerse negli ultimi anni penso per esempio all'accelerazionismo, alla panarchia, allo stesso transumanesimo. Alcune di queste idee influenzeranno (se non lo stanno già facendo) l'azione sociale e politica."


Domenico Gallo
"Come si fa a fermare il tempo del lavoro? I nostri nonni e bisnonni distruggevano gli impianti, usavano il sabotaggio, chiavi inglesi negli ingranaggi e corto circuiti, ma la geografia dei luoghi produttivi era diversa, oggi si è globalizzata spezzando i confini nazionali e gli impianti e gli attrezzi, come nel medioevo, sono spesso di proprietà dei lavoratori (cellulari, scooter, applicazioni web). Dunque deve avviarsi una ricerca collettiva di nuove forme di sabotaggio globale, rispondendo al postfordismo della produzione de localizzata e temporanea con un postfordismo delle lotte. Lotte per la riappropriazione del tempo."


Salvo Torre
"...Bisognerebbe dunque sottolineare più spesso che la natura non esiste, è una categoria astratta costruita per facilitare la nostra appropriazione del mondo. Non esiste quel luogo mitico esterno alla città, fuori dalle leggi, in cui un ambiente selvaggio e ostile va riordinato secondo i principi della razionalità occidentale; soprattutto le regole di funzionamento dei sistemi viventi non sono quelle descritte dalla tradizione europea, basate sulla violenza, sopraffazione e forza fisica individuale, ma seguono un principio di cooperazione che privilegia le comunità non gli individui." 


Emanuele Leonardi
“…l’avvento dell’Antropocene – l’epoca cioè in cui l’apparente trionfo dell’eccezionalismo umano (“siamo forza geologica!”) convive con la massima fragilità dal punto di vista della sopravvivenza della specie homo sapiens sapiens…” 

Maura Benegiamo
"...Le tecno-scienze forniscono la grammatica stessa del progetto di governance neoliberista ed aprono al capitalismo la strada verso uno sfruttamento allargato delle forme di vita e dei processi biologici. Ciò però avviene al netto di un mutamento delle forme di rappresentazione dell’umano che implica il superamento progressivo della distinzione tra natura e cultura, naturale e artificiale, materiale ed immateriale (o linguistico)."



Alice Dal Gobbo
"...L’utopia come tensione all’altro è veicolo di immaginazione, di creatività, di produttività: ricerca di un nuovo più desiderabile, più giusto, più felice. L’utopia è anche però spesso una normatività astratta, separata da questo esistente e in quanto tale rischia di imporre ai processi di trasformazione una forma codificata e fissa che può essere annichilente rispetto al dispiegarsi della vita, dei suoi processi socio-ecologici ed affettivi."


Giorgio Griziotti

“Ricevendola dalle mani di Prometeo, un loro vecchio alleato, gli umani non immaginavano neanche lontanamente che la technè avrebbe cambiato per sempre la loro vita sulla terra. Non sarebbero più stati obbligati a cercare affannosamente i luoghi magici dove sgorga l’acqua limpida se la si può trasportare e conservare. Nella stagione fredda avrebbero potuto sopperire alla mancanza di luce e calore con “atr” (fuoco) che il titano aveva dato loro, disobbedendo a Zeus. Sarebbero stati dunque meno dipendenti dal caso. La technè li avrebbe fatti entrare pian piano nella spirale di un benessere incomparabile, sostituendosi al precedente mondo, magico e meraviglioso ma al tempo stesso crudele e mortifero. Ma non si resero conto che la technè avrebbe anche ostacolato l’empatia con la natura e rotto l’incantesimo della simbiosi col mondo circostante.”



5+5 

5+5 dei più belli e dei più politici tra i romanzi di fantascienza. Una classifica dal sapore vintage in una nuovissima Ambigua Utopia. “…C'è da chiedersi se il ruolo di quelli che chiamiamo classici della fantascienza -genere letterario/pop dai margini incerti- in fondo non sia altro che questo, essere testi al contempo stimolanti e dissonanti, capaci di superare gli isolamenti temporali, aprire squarci in controfase, bypassare le invisibili barriere che ci reprimono l'immaginario, che lo confinano allo stampo d'un epoca. E allora forse alcuni di questi titoli sono stati più efficaci in questa operazione culturale, e diventano così frammenti d'un alfabeto, possono essere ritenuti mattoni fondanti. E se così fosse... Quali di questi testi hanno poi questo valore?” (Giancarlo Ghigi) Rispondono Gennaro Fucile, Daniele Barbieri e Domenico Gallo.




Le ricette di Gaia

N.B. Le ricette sono state testate su un nutrito pubblico di partecipanti agli incontri della rassegna La fine dell’Uomo tenutasi l’inverno scorso al Piano Terra a Milano e organizzata dall’archivio UAU. Nessun animale è stato maltrattato durante la produzione di questa esperienza. 



Fotoromanzo

Un perturbante fotoromanzo sul n. 10 di Un'Ambigua Utopia "L’idea era quella di far vedere cosa sarebbe successo nel far incontrare due algoritmi provenienti da contesti differenti (un po’ come quando un incontro tra persone diverse può generare uno scambio, uno scontro o una nuova entità) e di verificare quindi se dell’umanità possa sussistere ancora in queste immagini che qui in questo esperimento visivo sono state prodotte esclusivamente da algoritmi. Il risultato è stato ‘ovviamente’ un fallimento e quindi l’esperimento può dirsi riuscito”



Bibliotork Interzona Caronia

Nel n. 10 di Un'Ambigua Utopia Tobia D'Onofrio invita tutti a Bibliotork Interzona Caronia, un archivio dell'immaginario alla Cascina Torchiera, uno spazio liberato e resistente



Racconti d'archivio

Selezione di racconti ambigui provenienti dall'archivio UAU: CHI E' IL COLPEVOLE di Tiziano Salari "...Presto lo avrebbero arrestato, e neppure la sua innocenza lo avrebbe salvato dall'ergastolo. Come provare infatti che non fosse lui, il padre e la madre sarebbero stati i primi ad accusarlo - già erano pagati per questo!" - LA RASATURA di Beppe Chiappino "...Il volto insaponato e il solito sguardo dal finestrotto sul corso: tre interi isolati davanti a me rasi al suolo da una bomba allo ioduro segmentato, che distrugge fino a lì,e non un millimetro più in là." - PICCOLO UNIVERSO di Andrea G. Necchi "...Doveva assolutamente uscire, distruggere quella parete senza capo ne coda, tutto se stesso lo esigeva, pena la follia."



Alba di ruggine
Mi piace immaginare che la sera del 13 gennaio, appena prima di andare a dormire, tutti abbiamo dato uno sguardo al cielo, almeno per un attimo. La luce arancione della notte di Milano salutava l’inizio del 1985 con grandi fiocchi bianchi di neve che tutto era, tranne che immacolata.” È l’incipit del racconto “Alba di ruggine” di Alberto Di Monte (concepito inizialmente per la performance “Un’ambigua ucronia” realizzata dal collettivo Off Topic alla Fondazione Mudima). Un diverso percorso temporale che inizia a Milano dalla grande nevicata dell’inverno 1984. 



Una "nuova" fantascienza

Nel n. 10 di Un'Ambigua Utopia un articolo di Patrizia Brambilla e Antonio Caronia sulla fantascienza femminile "...Ritroviamo nella fantascienza femminile molte delle tematiche che le donne e il loro movimento hanno sollevato in questi anni. Corpo e parola, fisicità e linguaggio, rapporto con le altre donne, conflittualità/amore per la madre, sessualità, ambiguità, separazione e separatismo, ricerca di identità al di fuori degli schemi e delle costrizioni, enfasi sul “quotidiano”. .."



Il salto del cyborg
di
Loretta Borreli
"Donna Haraway propone delle figure fatte di filo che ampliano l’esperienza del cyborg, la ingarbugliano in una ramificazione tentacolare e la situano in un humus politico fertile di relazioni."


Dare fuoco all'utopia
di Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi
"Come per la giungla di Aguirre o il Rio delle Amazzoni di Fitzcarraldo, i paesaggi dei film di Herzog sono quasi sempre riflessi di panorami interiori, indagine psicologica, intima, tracciato dell'animo umano che emerge nella natura che abitiamo." 


Bruna Miorelli in ricordo di Primo Moroni
Con le parole di Primo Moroni per imparare a non aver “paura di morire un’altra volta di sé, della provvisoria identità precedente, eppure conquistata con grande fatica, per rinascere non tanto più forti quanto più complessi, quanto più disponibili e dotati di tante vite e non di una sola appartenenza.” 


La grafica

Giorgio Uboldi per l’ideazione dell’immagine di copertina ci racconta come si siano usati dei pattern di Turing (pattern di reazione e diffusione) che sono gli stessi che stanno alla base della morfogenesi, cioè di come le nostre cellule si strutturano in forme e, nel risultato ottenuto dall’effetto quasi psichedelico, scaturisca una sensazione un po’ da fine dell’uomo che si disintegra e torna ad essere un tutt’uno con il resto.



Quanto costa e dove si trova

Un'Ambigua Utopia n. 10 si trova a Milano: Cascina Torchiera P.le Cim. Maggiore 18 - Isola Libri, via Pollaiuolo 5 - Il covo della ladra, via Scutari 5 - Libraria Anarres, via Pietro Crespi 11 - Libreria Noi, via delle Leghe 18 - Libreria Popolare, via Tadino 18 - Librosteria , via C. Cesariano 7 - Libreria Scaldasole, via Scaldasole 1 e si può ordinare fuori Milano online qui: https://ladradilibri.com/prodotto/unambigua-utopia-n10/


La redazione

Abo, Gaia, Giorgio, Angeles, Giuliano, Ufo.


e se non basta ci sono anche gli ambiguipodcast QUI 






Nessun commento:

Posta un commento