Linus
luglio 1985
GUIDA RAGIONATA ALLE PRINCIPALI SCADENZE. Luglio è
il mese in cui gli appassionati di teatro, quelli veri, vanno in giro ad
annusare e carpire le novità delle novità, gli embrioni, a volte i germogli di
quelle che saranno le dominanti (pacifiche o contrastate) della stagione
successiva. Gli aficionados hanno già saputo tutto dalle pagine dei quotidiani,
meticolosamente spulciate e ritagliate; per i distratti, o gli apprendisti
esperti, o i curiosi, ecco una guida idiosincratica e ragionata delle
principali scadenze. Il festival principe, fra i tanti in Europa, rimane quello
di Avignone: la città francese è
ancora il luogo di massima concentrazione estiva di teatro di tutti i tipi. Fra
le grandi attrazioni di quest’anno la mastodontica riduzione del poema
nazionale indiano, Mahabharata, che
Peter Brook ha allestito dopo anni di studio: dura più di una notte, ci si
siede alle 19 e si va via all’alba. Un regista ormai mitico, un repertorio
mitologico e allegorico che non ha eguali al mondo, il fascino del teatro
notturno; non occorre altro per stuzzicare i palati più esigenti. I quali,
peraltro, possono essere ragionevolmente intrigati anche dall’ultimo spettacolo
di Tadeus Kantor, Gli artisti, che
crepino! Che conclude la “trilogia della memoria” iniziata con La classe morta e Wielopole-Wielepole. I più aggiornati lo hanno già visto
nell’anteprima milanese del 14 giugno; gli altri possono telefonare allo
003390/829900 per prenotare posti, informarsi sul programma completo, sugli
alberghi, camping e quanto altro interessi loro. Le date sono dal 6 al 31
luglio. Più concentrate le rassegne italiane. Qui da noi si usa dire, da
qualche tempo, che i festival sono in crisi. Però si continuano a fare, e con
un certo successo di pubblico. Chi non è stato, almeno una volta, per le strade
a Sali e scendi di Santarcangelo,
circondato da sacchi a pelo, piadine e tanti, tanti ragazzi? La cittadina
romagnola ha visto passare, nelle sue estati, almeno due generazioni di
spettatori più o meno esigenti, più o meno affascinati dal “nuovo” che si
andava producendo nel teatro italiano ed europeo, e che a Santarcangelo con
grande passione si consumava. Una parte di quel “nuovo”, oggi, forse non è più
tale, e non solo per gli evidenti quindici anni di festival, ma anche perché le
tendenze che vi hanno abitato hanno poi trovato altri spazi, o si sono
esaurite. Quest’anno il direttore Roberto Bacci, con il sostegno di un comitato
di studiosi come Claudio Meldolesi, Ferruccio Merisi e Ferdinando Taviani, propone
dal 17 al 21 luglio una “Cittadella della cultura teatrale” centrata intorno a
due appuntamenti: il teatro quasi iperrealista dei polacchi di Akademia Ruhu, ospiti tradizionali dei
festival, e la sezione “Euritmie” in cui i Magazzini Criminali tentano il
confronto fra il loro ultimo lavoro (Genet
a Tangeri affiancato ad una nuova performance, Guevara e Fidel) che affronta con forza il tema del sacro, e quello
di alcuni gruppi dalle origini diverse, come il Teatro della Valdoca, Società
Raffaello Sanzio e Padiglione Italia, oltre a proposte di teatro ispirato più
scopertamente alla danza o alle arti visive (Parco Butterfley, Enzo Cosimi,
Tradimenti incidentali). Le informazioni allo 0541/620252. Santarcangelo non
monopolizza però, come potrebbe apparire dai nomi, i diversi filoni di ricerca
che si diramano dal tronco chiamato, qualche anno fa, della “nuova
spettacolarità”. Troviamo infatti Falso Movimento, un gruppo caro al pubblico
abituato al teatro “di confine” fra linguaggi diversi, nel programma del
festival “Inteatro” di Polverigi, dal 6 al 13 luglio (071/906341). La giovane
rassegna marchigiana ha ormai trovato un suo spazio preciso, meno affollato di
quello di Santarcangelo, molto attento alle emergenze soprattutto straniere.
Non è che gli italiani siano assenti (oltre a Coltelli nel cuore, da Brecht, di Falso Movimento, vedremo
Giovanotti Mondani Meccanici, che dal fumetto tentano nuove vie, e altri gruppi
nostrani): ma il programma proposto quest’anno da Roberto Cimetta e Velia Papa
è decisamente sbilanciato verso l’estero. Ci sono ritorni attesi, come
l’americano Squat Theatre, che anni fa entusiasmò con una rutilante Battaglia
di Sirolo e vari e diversi gruppi di teatro-danza (le giapponesi Ariadone, mark
Tompkins e altri), e gli inglesi di Hesitade and Demostrate con un teatro in
cui suggerimenti letterari e macchine teatrali si scontrano in un accattivante
agrodolce. E ci sono proposte inedite e stimolanti non di “video-teatro” (cioè
di nastri video prodotti da gruppi teatrali) ma di uso del video nel e col
teatro, con una commistione e un confronto fra ritmi del palcoscenico e ritmi
del video: tre proposte diversissime, ma in questo convergenti, dei berlinesi
F.D.G.O. (Relations-Chips), del
francese Ligeon Ligeonnet (III,3,
dall’Otello), dell’olandese Theater
Mickery (Kidnap). Fra le nuove
proposte di gruppi comunque già affermati (Santarcangelo) e le suggestioni di
gruppi internazionali (Polverigi), una terza formula, rischiosa ma
appassionante. “Arrivano dal mare!”, Festival dei burattini e delle figure di
Cervia, ha affidato quest’anno ad Antonio Attisani l’organizzazione di un
progetto speciale. Si chiama Verso
l’alba, si svolge a Bagnocavallo (Ravenna) fra il 10 e il 20 luglio.
Quattro nottate, dalla tarda serata fino al sorgere del sole, vedranno
avvicendarsi altrettanti gruppi in una presentazione antologica della loro
produzione. È un viaggio attraverso la notte, un percorso quasi di iniziazione
alla ricerca di una dimensione forse perduta ma fortemente connaturata al
teatro, un itinerario per gli spettatori che vogliono “scegliere” e non “essere
scelti”. Una curiosa figura di Mercurio (un dio che in altri tempi accompagnava
le anime nel loro viaggio nell’aldilà) introdurrà ogni sera agli spettacoli
delle Albe di Verhaeren (Ravenna), Teatro Settimo (Settimo Torrinese), Teatro
delle Briciole (Parma), Tam Teatromusica (Padova), Ticoteatro e Danio
manfredini (Milano). Gli organizzatori scommettono che di tutto questo si
riparlerà. I nottambuli chiamino, per le informazioni, lo 0544/39714 0 423119.
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