“…mai, in nessun momento, fummo
interessati a promuovere una "fantascienza di sinistra”, e in fondo
neanche una “lettura di sinistra” della fs; mai ci ponemmo come obbiettivo di
destabilizzare il fandom, le riviste di fs o I'editoria di fs. Che marcissero
nel loro brodo. Nell’editoriale del n.1 della rivista tutto questo è scritto a
chiare lettere, addirittura maiuscole:
Non vogliamo
allargare, far crescere, propagandare la fantascienza.
VOGLIAMO DISTRUGGERLA.
Nel senso che
vogliamo rompere questo involucro, questo contenitore che si chiama
fantascienza,
e dimostrare
che ciò che contiene, ciò che c’è dentro, non è altro che quello che si trova
fuori.
(…)
Se
l’alternativa rivoluzionaria è ghettizzata nella fantascienza, è perché si può
soltanto sognare e non praticare.
Pratica dell'obbiettivo,
pratica dell'utopia. sarà pure stata una formulazione rigida e ingenua, ma non
li sentite gli echi degli slogan del 77? Dei volantini dei circoli dei
proletariato giovanile? Non la vedete I'assonanza con le pagine di A/traverso,
la sintonia con le trasmissioni di Radio Alice?...” http://un-ambigua-utopia.blogspot.it/2014/12/antonio-caronia-quando-i-marziani.html
Editoriale
Un’Ambigua
Utopia n° 1 dicembre 1977
Apriamo questo
editoriale del primo numero di “UN’AMBIGUA UTOPIA”, ponendoci una domanda
d’obbligo. Definire cos’è la fantascienza. Una domanda che tanti prima di noi hanno
già posto, risolvendola con mille soluzioni diverse e con la pretesa, ciascuno,
di aver dato la definizione giusta, vera e pertanto unica.
Noi non abbiamo simili
pretese, anzi, lo diciamo già da subito, le nostre risposte a questa e ad altre
domande, le nostre critiche, analisi, sono di parte. Non cerchiamo la verità
assoluta, il Santo Graal. Cerchiamo di fornire una risposta di classe. Una
risposta che parte dalle nostre esigenze, dalla nostra scelta di lavorare per
l’una o per l’altra classe.
A seconda del proprio pensiero politico allora? Ma cosa c’entra la
fantascienza con la politica? Un attimo di pazienza, vediamo di affrontare
intento la domanda che avevamo posto all’inizio. COS’È LA FANTASCIENZA!
Fantasia della
scienza o scienza della fantasia? Non è un’inutile giochetto linguistico.
La prima
“definizione” dice che la fantascienza è uno sguardo sulle illimitate
possibilità della scienza; la profetizzazione delle nuove scoperte
scientifiche; novella “Centurie di Nostradamus” del xx secolo, ipoteca la vita
del futuro, imbastendo una lotteria
cosmica sulle infinite possibilità del domani.
Ma
non sono le scommesse sul futuro quelle che ci interessano.
La seconda indicazione è una scommessa sull’oggi. Scienza, strumento,
indagine per riappropriarci della fantasia, della creatività, del godimento.
Ecco, ci siamo. Questa è la nostra verità, la verità che ci interessa. La
nostra fantasia, la creatività, la spontaneità, il gioco, il piacere, il godimento.
Tutto questo è stato occultato, seppellito, represso dalla scienza ufficiale,
che ha assunto il proprio idolo nel cosiddetto “principio di realtà”.
La fantascienza è invece
portavoce del “principio del piacere”.
In pratica i bisogni del capitale, contro i bisogni dell’uomo. Il capitale deve,
per sopravvivere e svilupparsi reprimere i veri bisogni dell’uomo, per
sostituirli con i suoi bisogni (creare nuovi prodotti e creare l’esigenza di
consumarli), con un modello di vita e di società a lui congeniale (la famiglia,
la scuola, la caserma, il lavoro salariato ecc. ecc.). La fantascienza è un
segno di rivolta a tutto questo, è la riscossa del principio del “piacere” sul
principio di “realtà”. Avremo
tempo di entrare nello specifico di questi concetti in articoli successivi;
cerchiamo di porci ora il perché di questa rivista e soprattutto, chiarito che
la matrice della SF è una rivolta alla civiltà occidentale, distinguere la
parte progressista (proiettata in avanti) da quella reazionaria (volta
all’indietro, fuga, evasione, recupero di valori precapitalistici). Chiariamo
innanzitutto che la nostra iniziativa non si diversifica dalle altre, nel fatto
che noi siamo dei “fans” compagni e per cui sosteniamo la SF di sinistra o
progressista contro quella reazionaria.
Noi non siamo dei sostenitori della SF, non siamo dei fans.
Non vogliamo allargare, far crescere, propagandare la fantascienza.
VOGLIAMO DISTRUGGERLA.
Nel senso che vogliamo rompere questo involucro, questo contenitore che
si chiama fantascienza, e dimostrare che ciò che contiene, ciò che c’è dentro,
non è altro che quello che si trova fuori.
Andiamo a
vedere infatti perché, a quale scopo, questo genere di letteratura è stato
denominato fantascienza.
La
parola fantascienza sancisce la non veridicità di quello che essa ingloba. La
non realtà. La presenza della parola fantasia, annulla l’ufficialità e pertanto
la realtà della scienza. La politica è la vita e perciò la realtà. La
fantascienza, essendo la non realtà, non può quindi essere politica. Quale miglior
travestimento per una politica reazionaria.
Se, ad esempio, Heinlein,
Anderson, Vance e altri facessero letteratura “normale” o filosofia invece di
SF o fantasy, la loro linea politica sarebbe scoperta, palese ed il loro
pubblico sarebbe solamente quello che già in partenza è d’accordo con
loro.
Con la copertura della fantascienza, e perciò della neutralità dal
politico, essi possono arrivare ad un pubblico ben più vasto (anche di
sinistra) e propagandare la loro bieca filosofia reazionaria.
Se naturale è per
la destra camuffare i suoi contenuti, (camuffare, poi, fino a un certo punto,
perché basta trasportare tutto il loro becero militarismo di oggi nella legione
dello spazio del futuro, o la volontà di potenza, ovviamente non quella
nicciana ma quella nazista, nel mutante dotato di poteri psi, ed il gioco è
fatto) per la sinistra invece, è facile cadere nella scomunica per “non
fantascientificità”, (vedi le lettere su ROBOT per i racconti di Aldani,
Miglieruolo ecc.).
C’è chi, come le scrittrici americane, (Ursula Le Guin, M.A. Foster)
hanno superato lo scoglio trasferendo su altri pianeti l’URSS, gli USA o il
Vietnam. Ma c’è comunque una trappola che non si può eliminare con nessun
accorgimento. L’oasi del non reale fantascientifico non inficia i contenuti
reazionari che, anzi, hanno così il potere di occultarsi e pertanto di non
trovare barriere protettive (capacità critiche) nei suoi fruitori. E, pertanto,
modelli, parametri di interpretazione della realtà, falsi bisogni, vengono
introiettati e messi in grado di operare a livello inconscio.
Per i contenuti
rivoluzionari o solo progressisti, invece, il discorso è l’opposto.
Qualunque proposta di
un mondo, di una vita alternativa, è fantascientifica.
Se
l’alternativa rivoluzionaria è ghettizzata nella fantascienza, è perché si può
soltanto sognare e non praticare.
Da questo la tendenza, specialmente di scrittori italiani, ad una
visione nichilista, autodistruttrice.
Una critica spietata al sistema, analizzato in tutte le sue aberrazioni
ed in tutta la sua violenza, ma sostanzialmente una rivolta senza sbocchi se
non la fuga (QUANDO LE RADICI di Lino Aldani) o il suicidio (DOVE STIAMO
VOLANDO di Vittorio Curtoni).
Quale
in concreto allora il nostro compito? Noi crediamo sia il ripercorrere a marcia
indietro la strada che intercorre tra una ben precisa ideologia, il pensiero e
l’opera di fantascienza, svelando così, da una parte, i contenuti reazionari, e
dall’altra contribuendo a realizzare un’analisi scientifica sui problemi di un
modo di vita alternativo, per imparare a praticare l’utopia, anziché sognarla.
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Antonio Caronia, Quando i marziani invasero Milano, (vedi link sopra).
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Dibattito tra Piero Fiorili, Antonio
Caronia e Giuliano Spagnul, pubblicato in appendice al 1° volume di Un’Ambigua Utopia. Fantascienza, ribellione e radicalità negli anni ’70, (a
cura di A. Caronia e G. Spagnul) Mimesis 2010, consultabile in rete: http://www.intercom.publinet.it/2001/uau0.htm e http://www.intercom.publinet.it/2001/uau4.htm
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Per scaricare in PDF il primo numero
della rivista qui: http://www.nuove-vie.it/unambigua-utopia/
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Altri documenti utili in questo blog: http://un-ambigua-utopia.blogspot.it/2015/03/antonio-caronia-relazione-introduttiva.html (relazione introduttiva al convegno
Marx/z/iana marzo 1979) - http://un-ambigua-utopia.blogspot.it/2015/04/antonio-caronia-note-su-una-possibile.html (note su una possibile trasformazione della
rivista agosto 1980) - http://un-ambigua-utopia.blogspot.it/2017/03/antonio-caronia-unambigua-utopia-luogo_31.html
(discussione del collettivo ottobre 1978)
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Nel blog ‘La bottega del Barbieri’: http://www.labottegadelbarbieri.org/una-polemica-su-fantascienza-e-politica/ e http://www.labottegadelbarbieri.org/48932-2/